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XXe siècle

Irène Némirovsky : du récit au théâtre, un nouveau regard

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
La Giornata di Studi "Irène Némirovsky: du récit au théâtre, un nouveau regard" si inserisce nel Seminario Dottorale "L’Alphabet de la Shoah. Memoria e Narrazione" organizzato dalla Prof.ssa Rosanna Gorris Camos, Francesca Dainese e Elena Quaglia presso il Dipartimento di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Verona.
L’incontro esplorerà l’opera di Irène Némirovsky da nuove prospettive critiche. Si discuteranno le sue novelle, edite da Adelphi nel gennaio 2025, come spazio di sperimentazione letteraria, il valore della sua scrittura nella rappresentazione della Shoah e il rapporto tra i suoi testi e la scena teatrale. L'evento si propone come un’occasione di approfondimento aperta a studenti, dottorandi, docenti e appassionati dell'opera dell'autrice, morta ad Auschwitz nel 1942. Le conferenze di Teresa Lussone, Elena Quaglia e Francesca Dainese presenteranno l’opera letteraria di Irène Némirovsky, autrice di origini ebraiche morta ad Auschwitz nel 1942, celebre per il romanzo postumo "Suite française", da punti di vista inesplorati. In particolare, verranno presentati i racconti recentemente pubblicati nella raccolta "Il carnevale di Nizza e altri racconti" (Milano, Adelphi, 2025, a cura di T.M. Lussone, cfr. https://www.adelphi.it/libro/9788845938382) e messa in luce la specificità della sua produzione teatrale in rapporto al contesto drammaturgico contemporaneo. Teresa Manuela Lussone è ricercatrice RTD-B e docente di Lingua Francese all’Università Aldo Moro di Bari. Curatrice delle opere di Némirovsky, ha dedicato all’autrice anche numerosi articoli scientifici. In particolare ha pubblicato l’edizione di "Suite française. Version inédite", éd. T. Lussone et O. Philipponnat, Paris, Denoël, 2020, p. 583-599; "Tempesta in giugno", a cura di T. M. Lussone e O. Philipponnat, Milano, Adelphi, 2022; "Pêcheur d’âmes", texte établi par T. M. Lussone, «Approches », n. 180, novembre 2019, p. 105-114; "Les Feux de l’automne", texte établi par T. M. Lussone et O. Philipponnat, in Id., "Œuvres complètes", La Pochothèque, Paris 2011 (testo accolto nelle seguenti edizioni: Albin Michel, Paris 2014; Adelphi, Milano 2011). Cfr. il suo CV https://anvur.it/CV2022/VQRCV/CV_LUSSONE_Teresa_Manuela_110450.pdf Elena Quaglia, dottoressa di ricerca dell’Università di Verona e dell’Université di Paris-Nanterre con una Tesi intitolata "L’identité juive en question : Irène Némirovsky, Patrick Modiano, Marc Weitzmann", diretta da Rosanna Gorris Camos e Dominique Viart, è autrice di vari articoli su Némirovsky (https://univr.academia.edu/ElenaQuaglia). Ha ritrovato il testo inedito all'IMEC "I giardini di Tauride" e curato l'edizione critica pubblicata su “Studi Francesi”, che è stata ripresa e tradotta nell'edizione Adelphi "Il carnevale di Nizza e altri racconti", (https://journals.openedition.org/studifrancesi/5212). Con Francesca Dainese ha curato "Contourner le vide: écritures et judéités après la Shoah", Firenze, La Giuntina, 2020, frutto della Giornata di studi del 2 Febbraio 2017 diretta da Rosanna Gorris Camos all’interno del Seminario "L’Alphabet de la Shoah". Francesca Dainese è dottoressa di ricerca dell’Università di Verona e dell’Université Paris 3 - Sorbonne Nouvelle con una Tesi dal titolo: "À chacun sa cicatrice: écritures de l’identité chez Romain Gary, Georges Perec et Patrick Modiano", diretta da Rosanna Gorris Camos e Bruno Blanckeman, premiata dalla SUSLLF e pubblicata da L’Harmattan nel 2022. Tra le sue pubblicazioni recenti vi sono: "Portrait étrange(r)s", Alessandria, Edizioni Dell’Orso, 2024 e le due curatele "Contourner le vide : écritures et judéités après la Shoah", Firenze, La Giuntina, 2020 (insieme ad Elena Quaglia) e "Judéité en heritage, judéité en partage", « Feuillages », n. 6, 2022: https://www.cinquecentofrancese.it/index.php/feuillages/592-feuillages-n-5-identite-en-heritage-identite-en-partage. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università di Padova dove insegna Letterature francofone e si occupa di Teatro della Shoah, in collaborazione con la Fondation pour la Mémoire de la Shoah di Parigi e la National Jewish Theater Foundation dell’Università di Miami.
Nom du contact: 
Rosanna Gorris Camos
Courriel du contact: 
rosanna.gorris@univr.it
Adresse postale: 
Università degli Studi di Verona, Palazzo di Lingue, Via San Francesco 22, 35129 Verona
Suggéré par: 
Luca Elfo Jaccond
Courriel: 
lucaelfo.jaccond@univr.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
10/04/2025
Ville de l'événement: 
Verona
Type d'événement: 
Séminaires et conférences
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
Irène Némirovsky, Shoah, romanzo, racconti, teatro

La littérature italo-belge francophone : un état des lieux

Conférence dans le cadre du Séminaire "Richesses de la Francophonie : textes et patrimoines culturels des littératures francophones" de l'Université de Padoue

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Conférence de Filippo Fonio, dans le cadre du séminaire "Richesses de la Francophonie : textes et patrimoines culturels des littératures francophones"
Filippo Fonio (Université Grenoble-Alpes), spécialiste des littératures francophones et maître de conférences à l'Université Grenoble-Alpes, présentera une analyse approfondie de la production littéraire italo-belge. Sa conférence proposera un panorama critique de cette littérature, en explorant ses spécificités, ses influences et sa place au sein de la francophonie belge. A l'occasion de cette conférence, la Bibliothèque Beato Pellegrino organisera une exposition bibliographique dédiée à la littérature italo-belge. Jeudi 20 mars 2025 – 16h30 Lieu : Meeting Room de la Bibliothèque Beato Pellegrino Informations : marika.piva@unipd.it | francesca.dainese@unipd.it
Nom du contact: 
Francesca Dainese
Courriel du contact: 
francesca.dainese@unipd.it
Suggéré par: 
Francesca Dainese
Courriel: 
francesca.dainese@unipd.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
20/03/2025
Date de fin de l'événement: 
20/03/2025
Ville de l'événement: 
Padova
Type d'événement: 
Séminaires et conférences
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
Belgique, Littérature italo-belge

Appel Bourse de perfectionnement - George Sand et son temps

Fondazione "Annarosa Poli - George Sand e il mondo"

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Anche per quest'anno la Fondazione "Annarosa Poli - George Sand e il mondo" emana un Bando per una Borsa di Perfezionamento su "George Sand e il suo tempo". La durata della Borsa, da destinare a laureati magistrali o dottori di ricerca, sarà di 18 mesi, con un finanziamento totale di 5000 euro. Tutti i particolari sono reperibili nel testo del Bando allegato.
[La version française suit] FONDAZIONE ANNAROSA POLI via Gaetano Trezza, 9 37129 VERONA (Italia) BANDO DI CONCORSO PER L’ANNO 2025 BORSA DI PERFEZIONAMENTO PER GLI STUDI SUL TEMA George Sand e il suo tempo (LINGUE UFFICIALI: ITALIANO, FRANCESE, INGLESE) 1. Al fine di favorire e valorizzare gli studi sul tema in oggetto, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Annarosa Poli ha istituito una borsa di perfezionamento bandita periodicamente, da assegnare a quello studioso che, a giudizio insindacabile di un’apposita Commissione, abbia fornito rilevanti risultati – nella propria tesi di laurea magistrale o titolo equivalente, o di dottorato o in studi autonomi – i quali appaiano meritevoli di un ulteriore approfondimento, nella prospettiva di giungere ad una pubblicazione da mettere a disposizione del mondo della cultura. 2. La borsa, dell’ammontare di euro 5000 (cinquemila), è assegnata a giudizio insindacabile di una Commissione formata dai membri del Comitato scientifico della Fondazione e presieduta dalla Presidente dell'Istituzione stessa. 3. Possono concorrere all’assegnazione i candidati che abbiano svolto da non più di tre anni, in un’università italiana o straniera, la dissertazione di laurea magistrale o di dottorato di ricerca, in una disciplina letteraria, linguistica o storica, su tema attinente all’oggetto del bando. I concorrenti, all’atto dell’assegnazione, non devono essere titolari di altri assegni o borse di studio o di ricerca. Essi devono impegnarsi a rielaborare e ampliare le acquisizioni scientifiche già ottenute, secondo un progetto approvato dalla Commissione esaminatrice della Fondazione. 4. Le domande dovranno essere inviate via mail, con richiesta di conferma di ricezione, entro e non oltre il 30 giugno 2025 alle ore 23,59, all’indirizzo della Fondazione (candidature@fondazioneannarosapoli.it) e della sua Presidente (laura.colombo@univr.it). Farà fede la data dell’invio elettronico, e nell’oggetto del messaggio dovrà comparire l’indicazione BORSA DI STUDIO FONDAZIONE ANNAROSA POLI. 5. L’erogazione della borsa, dell’importo di euro 5000 (cinquemila), avverrà in due rate: la prima, di euro 2000 (duemila), all’atto dell’attribuzione, che sarà anche la data d’inizio delle scadenze stabilite, salvo diversa specifica determinazione del Consiglio di Amministrazione; la seconda, di euro 3000 (tremila), alla presentazione – entro e non oltre diciotto mesi, salvo proroghe motivate espresse dal Comitato scientifico della Fondazione e approvate dal Consiglio di Amministrazione – del testo completo, definitivo e inedito prodotto a seguito delle ricerche svolte, pronto per la pubblicazione. Il borsista sarà comunque tenuto all’invio di rapporti informativi ogni sei mesi. 6. La Fondazione si riserva di provvedere alla pubblicazione dei risultati scientifici acquisiti, sentito il parere del Comitato scientifico e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione stessa. Soltanto nel caso di indisponibilità scritta della Fondazione alla pubblicazione, i borsisti saranno liberi di disporre a loro piacimento dei risultati ottenuti. 7. Dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande, la Commissione esaminatrice avrà a disposizione 90 giorni per formulare il proprio giudizio, e successivamente sarà inviata a tutti i concorrenti comunicazione dell’esito. La DOMANDA, in italiano o in francese, dovrà contenere le seguenti indicazioni: a) nome, cognome, data e luogo di nascita del candidato; b) residenza e domicilio; c) recapito eletto ai fini del presente concorso, numero telefonico fisso se disponibile e numero mobile, indirizzo di posta elettronica; d) data, luogo e votazione conseguita nell’esame di laurea magistrale e di dottorato; e) impegno, in caso di vincita, a rispettare le condizioni di cui al presente bando; f) autorizzazione al trattamento dei dati personali forniti alla Commissione, ai sensi del decreto legislativo n. 196/2003 e s.m.i. sulla tutela dei dati personali; g) elenco dei titoli allegati o comunque forniti; h) ogni altro elemento che il candidato ritenga pertinente al fine della valutazione. Gli ALLEGATI alla domanda dovranno comportare, in formato elettronico (word o pdf): I) un curriculum vitæ con notizie puntuali e aggiornate sugli studi effettuati, elenco completo dei titoli conseguiti e delle eventuali pubblicazioni; II) una scansione dei certificati di laurea e/o di dottorato del concorrente, con l'indicazione delle votazioni riportate negli esami sostenuti; III) una copia elettronica della tesi di laurea e/o di dottorato in una delle lingue ufficiali); IV) il piano di lavoro dettagliato che il candidato propone, con l’indicazione delle ipotesi interpretative, dei settori e delle fonti da approfondire ulteriormente rispetto agli studi già compiuti, oltre che dei tempi previsti di realizzazione, entro il termine massimo di diciotto mesi; V) eventuali lettere circostanziate di presentazione del candidato, a firma di professori ufficiali dell’Università di provenienza, o di altra Università o Istituto superiore; VI) copia in pdf di altri eventuali lavori a stampa o destinati alla pubblicazione attinenti alla materia oggetto del presente bando che il candidato intenda presentare (con eventuale traduzione); VII) la scansione di un documento di identità personale valido. Verona, 3 marzo 2025 LA PRESIDENTE Laura Colombo FONDAZIONE ANNAROSA POLI via Gaetano Trezza, 9 37129 VERONA (Italia) APPEL À CANDIDATURE 2025 BOURSE DE PERFECTIONNEMENT POUR DES ÉTUDES SUR George Sand et son temps (LANGUES OFFICIELLES: ITALIEN, FRANÇAIS, ANGLAIS) 1. Désireux de promouvoir et valoriser les études sur « George Sand et son temps », le Conseil d’Administration de la Fondazione « Annarosa Poli – George Sand e il mondo » mettra à concours chaque année un prix sous la forme d’une bourse de perfectionnement. La bourse sera attribuée, sur délibération d’un Comité scientifique, à un chercheur ou à une chercheuse qui dans un mémoire de Master, dans une thèse de Doctorat ou dans un autre travail de recherche personnel aura présenté des résultats scientifiques importants et inédits méritant un approfondissement ultérieur en vue d’une publication. 2. Le prix, d’un montant de 5000 (cinq mille) euros, est attribué par un Jury composé des membres du Comité scientifique de la Fondation et présidé par sa Présidente. La décision du Jury est sans appel. 3. Seront admissibles au concours les candidats qui auront soutenu dans une université italienne ou étrangère, et depuis trois ans au plus tard au moment de la date limite de soumission des dossiers, un mémoire de Master ou une thèse de Doctorat dans une discipline littéraire, linguistique ou historique sur un sujet ayant trait à l’objet de l’appel. Au moment de la soumission du dossier, les candidats ne doivent pas être titulaires d’autres prix ou bourses d’études et de recherche. Ils devront s’engager à reprendre et approfondir les résultats scientifiques obtenus selon un plan de travail approuvé par le Comité scientifique de la Fondation. 4. Les candidatures doivent être envoyées par courriel, avec demande d’accusé de réception, à l’adresse de la Fondation, candidature@fondazioneannarosapoli.it et de sa présidente, laura.colombo@univr.it La date limite d’envoi des candidatures est fixée au 30 juin 2025 à 23h59, l’heure d’envoi électronique faisant foi. A l’objet du courriel devra figurer la mention : BORSA DI STUDIO FONDAZIONE ANNAROSA POLI. 5. Le versement du prix, d’un montant de 5000 euros, aura lieu en deux tranches : la première, de 2000 (deux mille) euros au moment de l’octroi de la bourse, qui fera également office de date de début du contrat, à moins d’une décision différente du Conseil d’Administration ; la seconde, de 3000 (trois mille) euros, sur présentation du texte complet et définitif de l’ouvrage, prêt pour la publication. La remise du texte doit avoir lieu au plus tard dix-huit mois après le début des travaux, sauf délais exceptionnels et motivés approuvés par le Comité scientifique de la Fondation. Le boursier sera tenu à remettre un rapport scientifique tous les six mois. 6. La Fondation se réserve le droit de publier les résultats scientifiques obtenus, sur avis favorable du Comité scientifique et du Conseil d’Administration. Seulement au cas où la Fondation déclarerait par écrit son indisponibilité à la publication, les boursiers seraient libres de disposer à leur gré des résultats de leurs recherches. 7. Le Jury aura à sa disposition 90 jours depuis la date limite de soumission des candidatures pour établir son classement. La communication des résultats sera ensuite envoyée à tous les candidats. La CANDIDATURE, en italien ou en français, devra contenir les indications suivantes : a) nom, prénom, date et lieu de naissance du candidat ; b) adresse de résidence et de domicile ; c) adresse de référence pour le présent concours, comprenant numéro de téléphone fixe si disponible, numéro de portable et adresse de courriel ; d) date, lieu et note finale de soutenance de Doctorat et/ou de Master ; e) engagement, en cas d’octroi du prix, au respect des conditions mentionnées dans cet appel à candidatures ; f) autorisation écrite au traitement des données personnelles fournies au Jury, conformément au décret législatif italien n. 196/2003 (et modifications ou intégrations successives) sur la protection des données personnelles ; g) une liste des titres et des diplômes présentés ; h) tout autre élément jugé pertinent pour le présent concours. Les PIÈCES JOINTES devront inclure, au format électronique (word ou pdf) : I) un CV (curriculum vitæ) comprenant des renseignements complets sur les études effectuées, une liste des diplômes obtenus et des publications éventuelles ; II) une copie des certificats de soutenance de Doctorat et/ou de Master, avec relevé des notes obtenues aux examens ; III) une copie numérisée du mémoire de Master ou de la thèse de Doctorat dans l’une des langues officielles du concours ; IV) un plan de travail détaillé, avec indication des hypothèses interprétatives, des domaines et des sources d’approfondissement par rapport aux études déjà terminées, et d’un calendrier prévisionnel des travaux sur 18 mois au maximum ; V) éventuellement des lettres de présentation du candidat, signées par des professeurs de son Université ou d’autres Universités ou Hautes Écoles ; VI) une copie pdf d’éventuels travaux publiés ou acceptés pour la publication sur des sujets proches de celui du présent appel (avec leur traduction s’ils sont dans une langue différente des langues officielles) ; VII) la copie d’un document d’identité en cours de validité. Vérone, le 3 mars 2025 La PRÉSIDENTE Laura Colombo
Nom du contact: 
Laura Maria Colombo
Courriel du contact: 
laura.colombo@univr.it
Adresse postale: 
lungadige Porta Vittoria 41 - 37129 Verona
Suggéré par: 
Laura Colombo
Courriel: 
laura.colombo@univr.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
30/06/2025
Date de fin de l'événement: 
30/06/2025
Ville de l'événement: 
Verona - Sede della Fondazione
Type d'événement: 
Bourses, prix, emplois
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
George Sand, opere, scrittura femminile, analisi letteraria, contesto storico, culturale e artistico

Richesses de la Francophonie : textes et patrimoines culturels des littératures francophones

Séminaire du Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari DiSLL - UNIPD

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Du 4 mars au 7 mai 2025, le séminaire Richesses de la francophonie: textes et patrimoines culturels des littératures francophones du Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari DiSLL - UNIPD explorera des thématiques actuelles liées à la littérature belge.
Une attention particulière sera portée à la production italo-belge, à l’édition de l’entre-deux-guerres, aux questions de genre et aux dystopies de la race. Les rencontres, alternant une approche didactique et de recherche, offriront des perspectives critiques et des analyses approfondies sur les auteurs et autrices de la francophonie belge. Le séminaire se terminera par une rencontre avec le poète Jan Baetens, en collaboration avec In Teoria - Séminaire de Comparatisme et Théorie de la Littérature. Le séminaire aura lieu dans la Meeting Room de la Bibliothèque Beato Pellegrino, qui préparera à cette occasion des expositions bibliographiques. Jeudi 6 mars – 16h30 Marika Piva (Université de Padoue) Lectures de genre. Jacqueline Harpman et Elisabeth Vonarburg Jeudi 20 mars – 16h30 Filippo Fonio (Université Grenoble-Alpes) La littérature italo-belge francophone : un état des lieux Jeudi 3 avril – 16h30 Maria Chiara Gnocchi (Université de Bologne) Les écrivain.e.s belges et l’édition française dans l’entre-deux-guerres Jeudi 24 avril – 16h30 Francesca Dainese (Université de Padoue) Harpman, Nothomb, Ostachowicz et les dystopies de la race Mercredi 7 mai – 16h30 Rencontre avec Jan Baetens En collaboration avec In Teoria - Séminaire de Comparatisme et Théorie de la Littérature Séminaire valide pour l’acquisition de 3 ECTS « Autres Activités » Info : marika.piva@unipd.it | francesca.dainese@unipd.it
Nom du contact: 
Francesca Dainese
Courriel du contact: 
francesca.dainese@unipd.it
Suggéré par: 
Francesca Dainese
Courriel: 
francesca.dainese@unipd.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
06/03/2025
Date de fin de l'événement: 
07/05/2025
Ville de l'événement: 
Padova
Type d'événement: 
Séminaires et conférences
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
Belgique, Littérature italo-belge, Harpman, Vonarburg, Nothomb, Ostachowicz, Baetens

La folie en partage : la littérature et la philosophie françaises du XXe siècle face à la déraison

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Nell’ambito del corso di Littératures francophones della Prof. Rosanna Gorris Camos, "De la Salpêtrière à la Louisiane : danser avec la folie", il giorno 12 marzo, alle ore 10.00, si terrà la conferenza del Prof. Fabio Libasci (Università dell'Insubria) dal titolo La folie en partage : la littérature et la philosophie françaises du XXe siècle face à la déraison.
La publication du livre de Michel Foucault, Folie et Déraison. Histoire de la folie à l’âge classique, est un événement capital. Roland Barthes, entre autres, signale l’importance de ce livre dans un article paru dans Critique. La nouveauté tient au fait que le philosophe traite la folie comme une réalité fonctionnelle : « elle est pour lui la pure fonction d’un couple formé par la raison et la déraison, le regardant et le regardé. Et le regardant (les hommes raisonnables) n’ont aucun privilège objectif sur les regardés (les fous) » (Barthes, Essais critiques, 1961, 168). Remontant jusqu’au Moyen âge, Foucault dessine les étapes d’une excommunication : on enferme le fou et on l’oblige au silence. Or, ce fou que le “grand enfermement” du XVIIᵉ siècle croyait séparer de l’homme raisonnable, refait surface dans la littérature des XIXᵉ et du XXᵉ siècles. Nerval ou Artaud, Blanchot ou Roussel, entre autres, redonnent en effet « à l’expérience de la folie une profondeur et un pouvoir de révélation qui avaient été anéantis par l’internement » (Foucault, Dits et écrits I, 2001, 197). Après avoir discuté quelques hypothèses du livre foucauldien sur la folie, la conférence du Prof. Libasci interrogera l’œuvre littéraire de Proust, de Green et de Guibert suivant les intuitions du philosophe. Charlus ou Albertine, le Narrateur de la Recherche ou l’auteur de Partir avant le jour, Hervé Guibert ou H.G., le long du XXᵉ siècle, défient le savoir, la norme, la clarté du jour ; ce faisant, ils emmènent le lecteur dans un espace d’indécision pour lui offrir la folie en partage. Or, nous savons grâce à eux que cette folie n’est que l’autre nom de l’inquiétude de la raison.
Nom du contact: 
Rosanna Gorris Camos
Courriel du contact: 
rosanna.gorris@univr.it
Adresse postale: 
Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Lingue e Letterature straniere, Palazzo di Lingue (aula Coworking)
Suggéré par: 
Luca Elfo Jaccond
Courriel: 
lucaelfo.jaccond@univr.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
12/03/2025
Ville de l'événement: 
Verona
Type d'événement: 
Séminaires et conférences
Catégorie principale: 
Sous-catégorie: 
Mots-clés: 
folie, raison, enfermement, Foucault, Proust, Green Guibert

Francofonia 86

Contenu de l'annonce: 

Segnaliamo l'uscita del numero 86 di "Francofonia": Fulgurances et permanence de l'unanimisme. Sept études sur l'œuvre de Jules Romains (dir. Alessandra Marangoni)

Image de l'annonce: 
Mots-clés: 
unanimisme; Jules Romains
Sous-catégories: 
ISSN format papier: 
1121-953X
Titre du numéro: 
Fulgurances et permanence de l'unanimisme. Sept études sur l'oeuvre de Jules Romains
Catégorie principale: 
Courriel: 
alessandra.marangoni@unipd.it
Directeur(s) scientifique(s): 
Alessandra Marangoni
Éditeur: 
Olschki
Langue: 
Date de parution: 
Samedi, Mai 11, 2024
Suggéré par: 
Alessandra Marangoni

Le « syndrome algérien ». Enjeux littéraires, mémoriels et politiques d'un passé qui ne passe pas

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Colloque international : Le « syndrome algérien ». Enjeux littéraires, mémoriels et politiques d’un passé qui ne passe pas Varese - Italie, 4-5 décembre 2025
Les rapports entre la France et l’Algérie sont à nouveau tendus. Depuis quelques mois les déclarations pour le moins hostiles se succèdent et occupent la une des journaux et on ne peut nier que la littérature y est pour quelque chose. Le Prix Goncourt décerné à Kamel Daoud le 4 novembre 2024 pour son roman Houris publié chez Gallimard a mis le feu aux poudres car ce prix, par son prestige et sa reconnaissance envers le talent littéraire de l’auteur, propulsait le thème de la guerre civile algérienne consacrant un Algérien considéré par le pouvoir algérien comme un “traître”[1]. Le 27ᵉ édition du Salon du livre d’Alger a exclu l’éditeur Gallimard en raison de la publication du livre de Daoud, qui reste banni en Algérie. Quelques jours plus tard, l’écrivain algérien Boualem Sansal, naturalisé français en 2024, est porté disparu. En réalité, le 16 novembre 2024 il a été prélevé à l’aéroport d’Alger et incarcéré pour atteinte à la sûreté de l’État pour avoir pris une position favorable envers le Maroc quant aux frontières du Sahara quelques mois auparavant. En dépit d’une vaste mobilisation et malgré son état de santé, l’écrivain à l’heure actuelle reste incarcéré dans les prisons algériennes. Qualifié d’“imposteur” par le Président algérien Tebboune, Sansal est aujourd’hui au centre d’une crise diplomatique qui ne cesse de s’aggraver[2]. Le Président Macron estime que l’Algérie se “déshonore” en ne libérant pas l’écrivain alors que l’ex Premier ministre Attal évoque la possibilité d’assumer le rapport de force. Dans une tribune parue sur Le Figaro, il préconise une relation nouvelle avec l’Algérie, dépassionnée mais fondée sur le respect des lois, des frontières et des intérêts entre les deux peuples. Si Boualem Sansal et Kamel Daoud sont devenus les cibles d’un pouvoir de plus en plus aux aguets, c’est qu’ils osent parler de ce qu’il vaut mieux taire : la décennie noire et la guerre d’Algérie, dite aussi d’indépendance ou révolutionnaire. Or, il suffit de feuilleter les nouveautés en librairie pour comprendre que l’Algérie et ses deux guerres intéressent les écrivains qui ont vécu même partiellement ou pas du tout ces temps-là. Amina Damerdji (1987), dans Bientôt les vivants, publié le 4 janvier 2024 toujours chez Gallimard, mêlant fiction et réalité historique, évoque le massacre survenu en septembre 1997 au village de Sidi Youcef par le biais d’un flash-back qui remonte jusqu’au mois d’octobre 1988 dans le but d’expliquer l’origine de la décennie noire. Par-delà ces deux auteurs, l’année 2024 a vu la publication d’un nombre considérable de livres écrits par des écrivains franco-algériens ou français tous consacrés à l’histoire récente et douloureuse de l’Algérie. Nina Bouraoui dans Grand Seigneur (JC Lattès) recompose le puzzle de la vie de son père dont la mort représente le dernier lien avec l’Algérie; Lolita Sene dans Un été chez Jida (Le Cherche midi) livre un récit déchirant d’une enfant d’une famille de Harkis violée par son oncle; Akli Tadjer dans De ruines et de gloire (Les Escales) évoque l’Algérie au lendemain des accords d’Évian lorsque le pays est ravagé par les attentats des deux camps. Dans Algérie, 1960. Journal d’un appelé, (Grasset) Bernard Ponty livre le quotidien d’une guerre qui n’ose pas dire son nom. Le manuscrit retrouvé par ses filles, et aussitôt publié, contribue, d’après l’historienne Raphaëlle Branche qui signe la préface, à comprendre l’histoire collective de ces années-là. Plus récemment, Clara Breteau dans L’avenue de verre (Seuil) compose un récit d’une quête intime e historique ; jouant sur les transparences et les opacités de l’histoire aussi bien familiale que coloniale, le roman s’efforce en effet de retrouver la mémoire ensevelie. Ces livres, qui ne forment absolument pas une liste exhaustive des dernières parutions, représentent tout de même le symptôme plus visible d’un syndrome algérien lié à un passé qui ne passe pas et dont les enjeux à la fois littéraires, politiques et mémoriels sont de plus en plus visibles. On serait tenté de croire que ce syndrome algérien existe pour de vrai, tel que le syndrome de Vichy étudié par Henry Rousso à la fin des années 1980. Il serait utile d’approfondir et d’enquêter les raisons qui ne cessent d’agiter et de hanter la France et l’Algérie au sujet des souvenirs de la guerre d’Algérie et de sa décennie noire. Ce colloque international se propose donc de réfléchir autour de ces thèmes dans une perspective interdisciplinaire interpellant aussi bien les littérateurs que les historiens afin d’étudier ce célèbre syndrome algérien qui empêche d’éteindre les mémoires brûlantes entre les deux pays et leur équilibre national. Nous voudrions également considérer les multiples enjeux du syndrome afin d’en démêler tous les intérêts, aussi bien politiques, mémoriels que littéraires. Les propositions de communication (500 mots maximum) accompagnées d’une brève notice bio-bibliographique sont à adresser à fabio.libasci@uninsubria.it avant le 30 avril 2025. La réponse du comité scientifique sera communiquée avant le 1er juin 2025. Les communications devront avoir une durée de 25 minutes. Le colloque se déroulera les 4 et 5 décembre 2025 à l’Université de l’Insubrie, Varèse. Une publication des actes est prévue. L’organisation du colloque ne prend pas en charge les frais de voyage et de séjours. Langue du colloque: français Comité scientifique Véronic Algeri - Università Roma Tre Andrea Brazzoduro - Università degli Studi di Napoli L’Orientale Alessandra Ferraro - Università degli Studi di Udine Maria Chiara Gnocchi - Università di Bologna Tristan Leperlier - CNRS - Columbia University Fabio Libasci - Università degli Studi dell’Insubria Marco Modenesi - Università degli Studi di Milano Paul-Max Morin - Université Côte d’Azur Laura Restuccia - Università degli Studi di Palermo Anne Schneider - Université de Caen-Normandie - INSPE Barbara Sommovigo - Università di Pisa Valeria Sperti - Università degli Studi di Napoli Federico II Sylvie Thénault - CNRS Francesca Todesco - Università degli Studi di Udine Comité d’organisation et Direction scientifique Fabio Libasci - Università degli Studi dell’Insubria Barbara Sommovigo - Università di Pisa [1] Voir, Tristan Leperlier, « De la liberté d’expression en général, et de deux écrivains en particulier », « AOC », 13 décembre 2024. [2] Voir le dossier que « L’Express » nº 3838 du 23 janvier 2025 consacre à la question.
Nom du contact: 
Fabio Libasci
Courriel du contact: 
fabio.libasci@uninsubria.it
Suggéré par: 
Fabio Libasci
Courriel: 
fabio.libasci@uninsubria.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
04/12/2025
04/12/2025
Date de fin de l'événement: 
05/12/2025
Ville de l'événement: 
Varese
Type d'événement: 
Colloques
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
Algérie, Mémoire,

Idéologies métalinguistiques

La discipline linguistique face à son miroir idéologique

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Le demi-siècle d’âge d’or de la discipline linguistique s’est construit sur un paradoxe apparent : alors qu’elle devenait le paradigme dominant influençant une grande partie du paysage des humanités et des sciences sociales, la linguistique reposait tout entière sur l’idée non-interventionniste, le refus de la prescription et le pari de pouvoir distinguer la langue de ses normes extrinsèques. Pour le dire autrement, alors que le structuralisme imposait une empreinte forte sur la pensée du 20° siècle (Dosse 1991), il le faisait en affirmant l’autonomie des structures parfois même vis-à-vis de ceux qui les parlent, et dans une moindre mesure, de ceux qui les décrivent (Sériot 2012). Or, on le sait depuis l’analyse du discours, la frontière entre cadre théorique et cadre idéologique est parfois si mince qu’il est difficile de ne pas lire dans les méthodes et les épistémologies des visions axiologiques du monde. Quelles axiologies supportent alors le refus de la prescription ?
Cette conférence se propose d’explorer les idéologies qui trament la discipline. Pour cela, trois axes sont envisagés. Axe 1. Discours linguistique, discours des linguistes, quelle altérité ? Pour se mettre en route, le discours linguistique nécessite une coupure entre ordinaire et scientifique, une suspension du régime du discours. Ce moment de distinction, cependant, peut prendre diverses formes et porter avec lui des projets intellectuels et/ou idéologiques différents. Dans certains espaces du champ des pratiques, l’intuition du linguiste chomskyen fabriquant lui-même ses exemples le rend maître à la fois des observables et du jugement de grammaticalité. Ailleurs, les approches de corpus fournissent des données dont la taille des échantillons est censée préserver l’analyse (et l’analyste) des biais de surreprésentation de certaines formes individuelles, quitte à effacer des phénomènes peu représentés ou n’apparaissant pas du fait des méthodes de collecte. Entre les deux, les approches expérimentales reposent sur une approche des fonctionnements linguistiques comme découplés de la fonction communicative de la langue. En-deçà peut-être de cette distinction, les tests de transformation du distributionnalisme visent à suspendre en quelque sorte cette opposition en lui substituant la grammaticalité. Il demeure que toute approche linguistique se confronte à cette distinction des discours. Le questionnement de cette frontière a été au cœur des travaux consacrés à la folk linguistics / linguistique populaire (Paveau 2008, Preston 2019) tout comme à l’épistémologie de la discipline (voir les travaux de la SHEL). Il s’agit en quelque sorte d’expliciter la mise à distance des locuteurs (ou du linguiste selon le point de vue) et les mécanismes de cette distanciation. La légitimité scientifique de la discipline se tient dans cette distinction, qui peut néanmoins se faire jour à partir de compréhensions diverses du rôle de la linguistique. Lorsqu’elle en vient à questionner la dimension idéologique – ou idéationnelle – du langage, la discipline peut se doter par ailleurs d’appareils conceptuels variés : imaginaires (Houdebine 2015), normes majeures et mineures (Berrendonner et al. 1983), idéologies (Kroskrity 2000), formations (Foucault 1971, Pêcheux 1975), représentations, épidiscours, folk linguistics, indexicalité et sens social (Ochs 1993, Silverstein 2003, Eckert 2019), styles, registres (Agha 2003), etc. sont autant de concepts dont le miroir « méta » sont les approches, les cadres, les méthodes et les épistémologies. Que se passe-t-il si on retourne ce miroir vers la discipline linguistique en tant qu’ensemble de discours ? Y a-t-il un imaginaire de la linguistique ? Peut-on penser la discipline en termes de normes majeures et mineures ? d’idéologies ? etc. Quelle sont les formations discursives contemporaines des sciences du langage ? Les nouvelles pratiques d’écritures scientifiques (écritures alternatives, écritures à plusieurs mains, rupture de la distinction entre auteur et enquêtés, approches documentaires, questionnement de la frontière entre terrain et corpus, etc.), en questionnant les pratiques d’écriture et les pratiques de savoir, forment-elles de nouveaux registres ? Par ailleurs, la discipline se légitime également vis-à-vis d’autres disciplines, dont certaines ont parfois mauvaise presse auprès des linguistes (telles que par exemple la littérature ou les sciences de l’information et de la communication) tandis que d’autres sont réinvesties (sémiotique, anthropologie linguistique). Il s’agit parfois même de sous-disciplines qui se concurrencent, partageant des objets mais opposant les analyses et les méthodes (approches de corpus, expérimentales, formelles ou écologiques) ou s’hybrident (sociolinguistique, analyse du discours, anthropologie linguistique). Que révèlent ces altérités et leur mise en scène, sur le projet intellectuel qu’est la linguistique ? La production du savoir se fonde sur le principe de coopération. Les conceptions du consensus et du dissensus, et les modes de gestion des conflits au sein de l’espace scientifique reposent également sur des points cardinaux idéologiques. Il s’agit d’explorer les rapports entre métadiscours de la science, nécessité de la formalisation et langage ordinaire, notamment lorsque celui-ci constitue à la fois l’observable et l’outil d’analyse. On pourra également s’interroger sur les spécificités d’une épistémologie linguistique. Ces distinctions peuvent parfois prendre la forme plus explicite de pratiques de promotion ou de défense de la discipline, et pour cela visent à défendre le pré-carré du métadiscours comme prérogative universitaire. Ce peut être pour la visibiliser auprès du grand public à travers des événements de vulgarisation (Nuit des chercheurs, etc.), des podcasts (Parler comme jamais), des chaines Youtube (Linguisticae, L comme linguistes), des blogs (Bling), ou encore à travers les différentes actions du collectif des linguistes atterré.es. Que signifie la promotion ou la défense disciplinaire par-delà l’espace académique ? Contrairement à d’autres sciences, telle que la sociologie, qui fondent la légitimité de leur discours dans la reconnaissance partagée d’une méthode, la linguistique a parfois des tentations plus universalistes en prétendant à l’ensemble des discours rationnels sur le langage. Le problème le plus direct de cette tentation est la difficulté à limiter l’empan des discours linguistes et donc à en assumer la responsabilité (Haraway 1998) et la singularité, alors même que les traditions entre arts et sciences du texte (Rastier 2001) rendent la tradition hétérogène. Ici, c’est plus largement les caractéristiques de ce qui fait science qui viennent percuter le savoir sur le langage. Axe 2. Approches historiques des idéologies métalinguistiques D’une manière plus historique, on peut aussi s’interroger sur les effets de cloisonnement, décloisonnement, recloisonnement disciplinaire que ces distinctions produisent. Au-delà de la seule légitimité, quelle vision de la langue, du social, de la science et du savoir supportent ces différentes approches et leurs associations ou leurs conflits ? De quelle manière les oppositions entre sous-domaines, en produisant un « air du temps » au sein duquel se forme notre pensée, configurent plus ou moins durablement nos recherches ? Dans un contexte de profusion conceptuelle, due à la massification de la recherche, les généalogies intellectuelles sont sans cesse remises sur le tapis, revisitées, réélaborées. Proposer une linguistique héritière de la grammaire ou de la rhétorique ou bien en rupture avec celles-ci nous place face à l’enjeu même de la linguistique, et à la singularité de notre propos en tant que discipline. Par ailleurs, après le siècle linguistique qui commence avec Saussure, la discipline devient ancillaire, à la faveur d’autres paradigmes dominants, que ce soit les sciences cognitives, la sociologie bourdieusienne, la Gestalt ou encore les réseaux neuronaux. Est-ce pour autant la fin de la linguistique ? La linguistique se meurt-elle ? À la manière de la France qui ne se remet pas de la fin de son impérialisme, la linguistique n’a-t-elle pas des difficultés à se remettre de sa nouvelle position périphérique ? On pourra s’intéresser en particulier à ce qui se passe dans le champ autour des années 1980 et 1990, avec l’éclosion de sous-domaines variés, aboutissant souvent à la constitution d’écoles. On peut citer, entre autres, le renouvellement de la pragmatique et de l’étude des productions orales (approches théoriques des interactions verbales, du parler « ordinaire » ou de la syntaxe du français parlé) et les renouveaux théoriques qui s’ensuivent. Face à une telle floraison, peut-on parler de déclin de la linguistique ? Ces décennies témoignent-elle d’un tournant pour le champ, et ce tournant a-t-il une dimension idéologique, même lorsque ces recherches se revendiquent d’une forme an-idéologique ? Sans nécessairement faire la sociologie du champ, ces moments sont intéressants en ce qu’ils ne font pas rupture (au sens de la rupture saussurienne ou chomskyenne par exemple qui produisent de l’homogénéité), mais constituent plutôt des tournants et des moments d’hétérogénéisation du champ. Par ailleurs, si l’on se penche plus spécifiquement sur les trente dernières années, la super-spécialisation appelée par les nouvelles pratiques de la recherche recentre la spécificité linguistique sur la quantité de données et la manipulation d’outils et de techniques d’ingénierie poussées. Bien sûr, les dialogues entre analyse et ingénierie de la parole ont été nombreux et ces approches se sont informées l’une l’autre pendant de nombreuses années. Mais le développement rapide du champ du deep learning a rendu les espaces d’interdisciplinarité plus pointus et donc plus rares. Or, si la méthode est le fondement épistémologique d’un champ scientifique, dans ce cas la méthode est en quelque sorte confiée à la prothèse qu’est l’outil, délégant la définition de la scientificité hors du champ, par exemple aux statisticiens. Quels sont les effets de cette délégation ? Axe 3. Linguistique et politique Enfin, que se passe-t-il quand la linguistique fait irruption dans l’espace public ? Si la linguistique se fonde sur une posture descriptive et non prescriptive, qu’en est-il aujourd’hui des rapports entre les différents champs qui ne suivent pas cette proscription de la prescription ? Quelles positions les linguistes peuvent-ils soutenir vis-à-vis des discours doxaux sur le danger permanent dans lequel se trouverait la langue française (menacée tour à tour par l’anglais, les jeunes, les étrangers, le politiquement correct, les réseaux sociaux…), discours qui ne sont évidemment pas sans rapport avec le déclinisme ? La posture d’autorité du scientifique peut-elle se distinguer d’un prescriptivisme ? Plus foncièrement, peut-on proscrire de prescrire ? Par ailleurs, quels rapports entretiennent les postures prescriptives, les postures appliquées et les postures engagées ? Les univers idéologiques de ces trois programmes sont divers, mais se rencontrent-ils et, potentiellement, s’interconnectent-ils ? Ces postures viennent interpeller la linguistique traditionnelle sur son utilité ou du moins sa pertinence sociale. Est-ce une injonction à miner la tour d’ivoire pour descendre dans le champ de bataille épilinguistique au profit d’une inscription sociale de la science ? La linguistique a-t-elle vocation à devenir la boite à outils qu’en permanence la société lui demande d’être (voir par exemple le succès médiatique de Clément Viktorovitch) ? Les théories de la langue et du discours peuvent-elles assumer leur inutilité sociale ? Peuvent-elles quitter la tour d’ivoire sans pour autant céder devant les injonctions à l’impact social, voire à ce qui se nomme aujourd’hui un transfert des connaissances et d'innovations vers la société ? Depuis quelle(s) posture(s) idéologique(s) ? Qu’en est-il des nouvelles formes et modalités d’écritures scientifiques, des écritures alternatives, qui inaugure une autre manière de travailler non pas sur mais avec les gens, dans une vision de co-construction de la recherche. Quelles pratiques langagières et quelle réflexivité sur ces pratiques les linguistes peuvent formuler ? Pour le reformuler dans les termes de Castoriadis, les imaginaires linguistiques sont-ils des lieux de transformation sociale ? Et si c’est le cas, qu’en est-il des imaginaires linguistiques des linguistes en termes de transformation sociale ? Comme en témoigne la polémique autour de l’écriture inclusive, les idéologies linguistiques véhiculent des enjeux sociaux et politiques massifs. Et malgré les fréquentes déclarations de non-intervention et d’usage-roi, les linguistes résistent difficilement à se positionner sur ces questions socio-politiques. La diversité de leur position témoigne de la forte dimension idéologique de ces prises de parole, qui sont pourtant souvent faites au nom de la scientificité et d’une prétendue neutralité axiologique. Ces affrontements permettent d’éclairer directement la dimension idéologique des affrontements théoriques au sein du champ. Ils soulèvent aussi des questions sur la linguistique comme parole publique. L’un de lieux majeurs de la linguistique appliquée étant l’enseignement, qu’en est-il des idéologies linguistiques de ces autres spécialistes de la langue que sont les enseignants de langue ? Comment leurs positionnements permettent-ils d’enseigner les idéologies linguistiques (en contexte francophone comme non-francophone) ? Par ailleurs, quels sont les ancrages idéologiques des nouvelles propositions d’enseigner la linguistique dès l’école primaire (Sheehan et al. 2024) ? Se pose également la question du poids des idéologies linguistique sur la gestion concrète du plurilinguisme, par les différents acteurs qui y sont impliqués (Agresti 2021). Au-delà de l’enseignement, les idéologies linguistiques des spécialistes de la langue non-linguistes (correcteur, éditeur, etc.) ainsi que des professionnels de la parole publique (journaliste, rédacteurs administratifs, métiers du droit, etc.) seraient également intéressantes à investiguer. Les enjeux institutionnels autour de la langue sont massifs, tout comme les interventions régulières de l’État en la matière, qu’il s’agisse des textes ministériels encadrant les programmes scolaires, d’organismes tels que la DGLFLF, ou du soft power de la francophonie. Qui sont les auteurs et les acteurs de ces interventions et quels rapports entretiennent-ils avec les linguistes ? Les diverses commissions terminologiques dont se dote la France peuvent-elles être considérées comme des espaces de lobbying d’idéologies linguistiques, à la manière des groupes d’intérêt qui promeuvent ou défendent certaines causes ? D’où viennent les idéologies linguistiques de l’État ? Peut-on en retracer la généalogie ? Que dessinent les politiques linguistiques contemporaines, qui simultanément prêtent l’oreille aux linguistes (comme cela a été le cas pour la glottophobie (Blanchet 2016), ou bien la DGLFLF) et les ignorent (enseignement du français, Académie française, diplomatie culturelle de la francophonie, etc.) ? En France, l’utilisation appuyée de la langue dans la construction nationale a rendu la question langagière d’autant plus saillante dans l’entreprise nationaliste, et certains linguistes se sont volontiers prêtés à l’exercice, à l’instar de Damourette et Pichon. Y a-t-il encore aujourd’hui des approches nationalistes de la science linguistique ? Les linguistes font-ils parfois preuve de glottophobie ? Comment agissent les différentes idéologies linguistiques en fonction des variétés de français sur lesquelles on travaille ? Sous quelle forme se rencontrent-elles ? Enfin, on pourra s’interroger sur les pratiques de muséification de la langue et de la linguistique, du musée associatif Mundolingo (Paris) à la récente Cité internationale de la langue française, inaugurée par Macron en octobre 2023, en passant par les pratiques de patrimonialisation des instruments d’analyse que peuvent mener certains laboratoires de linguistique. Quelle vision du savoir sur la langue et quels enjeux ces pratiques portent-elles ? Alors qu’elles sont des véhicules idéologiques de ce qu’est la linguistique, elles en incarnent une version qui doit être tout à la fois explicative et ancrée socialement. À ce titre, elle constitue peut-être une nouvelle version du paradoxe fondateur de la linguistique : performer un ethos de la description scientifique, qui a vocation à agir socialement. — Références Agha, Asif. (2003). The social life of a cultural value. Language and communication, 23, 231–273. Agresti, Giovanni (2021). « Former aux politiques linguistiques et éducatives. Considérations générales, pratiques de terrain », Synergies France, 14-15 : 151-166. Berrendonner, Alain, Michel Le Guern, et Gilbert Puech. 1983. Principes de grammaire polylectale. Lyon : Presses Universitaires de Lyon. Blanchet, Philippe. 2016. Discriminations : combattre la glottophobie. Paris : Textuel. Dosse, François. 1991. Histoire du structuralisme. Paris : La Découverte. Eckert, Penelope. 2019. “The limits of meaning: Social indexicality, variation, and the cline of interiority”. Language 95(4) : 751-776. Foucault, Michel. 1971. L’ordre du discours. Paris : Gallimard. Haraway, Donna, (1988), « Situated Knowledges: The Science Question in Feminism and the Privilege of Partial Perspective ». Feminist Studies, 14(3): 575-599. Houdebine, Anne-Marie. 2015. “De l’imaginaire linguistique à l’imaginaire culturel” La linguistique 51(1) : 3-40. Kroskrity, Paul V. (ed.). 2000. Regimes of Language: Ideologies, Polities, and Identities. Santa Fe, NM : School of American Research. Ochs, Elinor. 1993. « Indexing Gender ». In Sex and Gender Hierarchies, Barbara D. Miller, 335‑58. Cambridge: Cambridge University Press. Paveau, Marie-Anne. 2008. “Les non-linguistes font-ils de la linguistique ?” Pratiques 139-140 : en ligne Pêcheux M., 1975, « Les Vérités de La Palice », In Maldidier D., éd., L’Inquiétude du discours. Textes de Michel Pêcheux, Éd. des Cendres : 175-244. Preston, Dennis R. 2019. “What is Folk Linguistics?” Målbryting : n. pag. Rastier, François. 2001. Arts et sciences du texte. Paris : PUF. Sériot, Patrick. 2012. Structure et totalité : Les origines intellectuelles du structuralisme en Europe centrale et orientale. Limoges : Lambert-Lucas. Silverstein, Michael. 2003. “Indexical order and the dialectics of sociolinguistic life”. Language and Communication 23 : 193–229 Sheehan, Michelle, Havinga Anna D., Kasstan, Jonathan R., Stollhans Sascha, Corr, Alice & Gillman Peter. 2024. “Teacher perspectives on the introduction of linguistics in the languages classroom: Evidence from a co-creation project on French, German and Spanish”. British Educational Research Journal: online. — Format de la conférence La conférence accueillera des communications sur un format classique (20 minutes de présentation et un temps de discussion collective) et se clôturera sur un moment de parole libre pour accueillir les propositions spontanées qui pourraient éclore des discussions. Une publication est envisagée, dont la forme sera décidée à l’issue du colloque. Comité d’organisation Ruggero Druetta (Università degli Studi di Torino) : ruggero.druetta@unito.it Julie Abbou (Università degli Studi di Torino) : julie.abbou@unito.it Comité scientifique Guy ACHARD-BAYLE (Université de Lorraine) Giovanni AGRESTI (Université Bordeaux Montaigne ; Università degli Studi di Napoli) Christophe BENZITOUN (Université de Lorraine) Josiane BOUTET (Université de Paris-Sorbonne) Cécile CANUT (Université Paris Cité) Gilles CORMINBOEUF (Université de Fribourg) Patrick CHARAUDEAU (Université Sorbonne Paris Nord) James COSTA (Université Sorbonne Nouvelle) José DEULOFEU (Aix-Marseille Université) Alexandre DUCHENE (Université de Fribourg) Oreste FLOQUET (Sapienza Università di Roma) Luca GRECO (Université de Lorraine) Patricia KOTTELAT (Università degli Studi di Torino) Vincenzo LAMBERTINI (Università degli Studi di Torino) Chloé LAPLANTINE (CNRS) Noémie MARIGNIER (Université Sorbonne Nouvelle) Maria Margherita MATTIODA (Università degli Studi di Torino) Benoit MONGINOT (Università degli Studi di Torino) Silvia NUGARA (Università degli Studi di Torino) Alain RABATEL (Université Claude Bernard Lyon 1) Rachele RAUS (Università degli Studi di Bologna) Laurence ROSIER (Université Libre de Bruxelles) Nathalie Rossi GENSANE (Université Lumière Lyon 2) Marie VENIARD (Université Paris Cité).
Nom du contact: 
Ruggero Druetta
Courriel du contact: 
ruggero.druetta@unito.it
Adresse postale: 
Complesso Aldo Moro, via Sant'Ottavio angolo via Verdi, 10124 Torino
Suggéré par: 
Claire-Emmanuelle Nardone
Courriel: 
claireemmanuelle.nardone@unito.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
30/01/2025
Date de fin de l'événement: 
31/01/2025
Ville de l'événement: 
Torino
Type d'événement: 
Colloques
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
linguistique; idéologie

Du pacte aux impacts autobiographiques : 1975-2025

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Le colloque "Du pacte aux impacts autobiographiques (1975-2025)" se tiendra à Pescara (Italie) les 16-17 octobre 2025.
Du pacte aux impacts autobiographiques : 1975-2025 Pescara – Italie, 16-17 octobre 2025 La publication du Pacte autobiographique en 1975 a constitué un temps fort dans la définition d’un genre souvent délaissé par la critique et considéré avec suspicion. La définition littérale d’autobiographie proposée par Philippe Lejeune – « récit rétrospectif en prose qu’une personne réelle fait de sa propre existence » – entend limiter un champ littéraire tout en évoquant les genres voisins qui n’en remplissent pas toutes les conditions : mémoires, biographie, roman personnel, poème autobiographique, journal intime et autoportrait. Au fil des études et des années, Lejeune a fini par s’intéresser aux possibles variations d’un genre qui semble inviter à la transgression et à la déflagration. Le récit d’enfance, l’interview, le film biographique sont, en effet, au cœur de Je est un autre (Seuil, 1980) ; les bords et les aberrations ont été traités dans Moi aussi (Seuil, 1986). Au sein de ce troisième ouvrage, Lejeune ne manque pas de nommer Fils, le roman à l’origine du terme autofiction à travers lequel Serge Doubrovsky s’emploie à remplir « l’une des deux cases vides, en combinant le pacte romanesque et l’emploi de son propre nom » . Dans ses recherches successives (Le moi des demoiselles, Seuil, 1993 ; Les brouillons de soi, Seuil, 1998 ; « Cher écran… », Seuil, 2000 ; Signes de vie, Seuil, 2005), Lejeune s’est attardé sur les ruses d’une écriture personnelle qui se dérobe tout en montrant sa vitalité et la montée en puissance d’autres termes censés concurrencer l’autobiographie et ses études . Malgré les tentatives précédentes de théorisation de l’autobiographie et les réserves qu’a pu susciter le Pacte lejeunien, celui-ci demeure un pilier dans le panorama critique des cinquante dernières années autour duquel ou envers lequel se sont développées les différentes articulations du genre. D’un côté, on s’emploie à ne pas utiliser le mot autobiographie, préférant le substituer avec autofiction, récit de soi, roman du je, écriture de soi et écriture personnelle et, de l’autre, on assiste à une sorte de déflagration autour du mot autobiographie : auto-socio-biographie, pathographie, ethnobiographie, photobiographie etc. Ce colloque international se propose de réunir des spécialistes et des jeunes chercheurs et chercheuses dans le but d’analyser, selon trois axes, l’impact et les déflagrations du pacte autobiographique cinquante ans après sa publication. Les communications pourront s’inscrire dans l’un des trois axes suivants : 1) un premier axe, à visée théorique, prendra en charge l’évolution générique de l’autobiographie depuis la définition de Lejeune jusqu’aux plus récentes acceptions ; 2) un deuxième axe relèvera les différentes déclinaisons et variations du mot autobiographie et illustrera les hybridations et/ou les déflagrations qui se sont multipliées depuis la définition de 1975 ; 3) un troisième axe analysera la manière selon laquelle le Pacte autobiographique impacte l’intermédialité et pourra analyser, en particulier, le rapport de l’autobiographie avec d’autres formes d’expression artistique comme le cinéma, la photographie, la bande dessinée et la peinture. Le colloque est organisé par l’Université “G. d’Annunzio” de Chieti-Pescara (Italie) en collaboration avec l’Université de Catane et l’Université de l’Insubria. Comité scientifique : Margherita Amatulli (Université “Carlo Bo” de Urbino) Nella Arambasin (Université de Franche-Comté – Besançon) Eylem Aksoy (Université Hacettepe – Ankara) Gabriella Bosco (Université de Turin) Elisa Bricco (Université de Gênes) Federica D’Ascenzo (Université “G. d’Annunzio” de Chieti-Pescara) Alessandra Ferraro (Université d’Udine) Fabrizio Impellizzeri (Université de Catane) Jean-Louis Jeannelle (Université Paris-Sorbonne) Sabine Kraenker (Université d’Helsinki) Fabio Libasci (Université de l’Insubria) Françoise Simonet-Tenant (Université Paris-Sorbonne) Valeria Sperti (Université “Federico II” de Naples) Comité d’organisation : Federica D’Ascenzo, Martina Guccione, Fabrizio Impellizzeri, Fabio Libasci. Le colloque bénéficie du soutien du Label scientifique UFI/UIF 2024 (L24B-142) et des partenariats du Groupe de recherche EcriSoi (https://ecrisoi.univ-rouen.fr) et du Centre de recherche interuniversitaire Visages (https://www.centrovisages.unict.it). La proposition de communication (titre, résumé, 5 mots clé et axe de référence : 500 mots maximum), accompagnée d’une brève notice bio-bibliographique (200 mots maximum) est à adresser à federica.dascenzo@unich.it avant le 31 mars 2025. La notification de l’acceptation sera communiquée le 15 mai au plus tard. Les communications devront avoir une durée de 20 minutes. Le colloque se déroulera les 16 et 17 octobre 2025 à l’Université “G. d’Annunzio” de Chieti-Pescara. Une publication des actes du colloque est prévue ; tous les articles seront préalablement soumis à une évaluation par les pairs en double aveugle. Langue du colloque : français L’organisation du colloque ne prend pas en charge les frais de voyage et de séjour, de même que les repas.
Nom du contact: 
Federica D'Ascenzo
Courriel du contact: 
federica.dascenzo@unich.it
Adresse postale: 
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne - Viale Pindaro, 42 - 65127 Pescara (Italie)
Suggéré par: 
Federica D'Ascenzo
Courriel: 
federica.dascenzo@unich.it
Date de début ou date limite de l'événement: 
16/10/2025
Date de fin de l'événement: 
17/10/2025
Ville de l'événement: 
Pescara (Italie)
Type d'événement: 
Colloques
Catégorie principale: 
Mots-clés: 
histoire de l'autobiographie, autobiographie, Pacte autobiographique, Philippe Lejeune

Faust mythe de la modernité

Appel à contribution de la revue InterArtes

Résumé de l'annonce (2 lignes maximum): 
Appel à communications de la revue InterArtes : Faust mythe de la modernité. L'appel est diffusé en quatre langues sur le site de la revue: https://www.iulm.it/speciali/interartes
Appel à contributions Revue : InterArtes, n° 7, 2025 Dirigée par : Laura Brignoli, Silvia Zangrandi Dipartimento di « Studi Umanistici » Università IULM - Milano Faust, mythe de la modernité Le mythe, entité vivante, évolue et s'enrichit en intégrant interprétations, inspirations et relectures, dans ce que Hans Blumenberg décrit comme une authentique épigenèse. Les formes plurielles de narration, caractéristiques de la modernité, puisent dans le mythe pour le réinventer constamment, le réécrivant au gré des époques selon des perspectives tantôt religieuses, sociales, esthétiques, politiques ou populaires, jusqu’à s’épanouir dans la postmodernité. Le mythe de Faust est, par excellence, le mythe moderne, celui qui incarne le mieux ces caractéristiques. Il matérialise les dilemmes de l’humanité contemporaine, déchirée entre ambition et culpabilité, foi dans le progrès et autodestruction, conscience de ses limites et aspiration à transcender toutes les frontières, critique de l’ordre social et crainte d’affronter la nature, confiance dans la puissance technologique et angoisse face aux intelligences artificielles. Figure emblématique de l’ambition humaine, du désir de connaissance et du prix du pouvoir, le mythe de Faust a traversé les siècles, s’adaptant à des contextes historiques, culturels et littéraires variés. Il a ainsi connu trois grandes phases de transformation : une phase primitive marquant la formation du mythe, une phase romantique célébrant l’exaltation du personnage, et une phase plus complexe, s’étendant du XXe siècle à nos jours. Contrairement à d'autres mythes issus de légendes populaires transmises oralement, Faust trouve son origine dans une figure historique du XVIᵉ siècle : l’astrologue et nécromancien Faust, un personnage haut en couleur, dont les activités oscillaient entre la magie et l’illusionnisme charlatanesque. Déformé et enrichi par les légendes populaires allemandes du XVIᵉ siècle, dans le contexte de la Réforme protestante il acquiert l’aura sulfureuse qui le caractérise, avant de faire son entrée dans la littérature grâce à l’œuvre de Marlowe, qui l'élève au rang de figure emblématique. Le personnage atteint son apogée avec le Faust de Goethe : la première partie, parue en 1808, et la seconde, publiée en 1832, transforment le mythe en une épopée universelle qui explore la tension entre les aspirations individuelles et les limites morales, tout en proposant une vision riche et profonde de la condition humaine. Au cours de l’époque romantique, le Faust primitif subit une métamorphose majeure : de personnage marginal, soumis aux regards moralisateurs, il devient un héros tragique au destin exaltant. Les auteurs du XIXᵉ siècle lui attribuent une compagne (Marguerite ou Hélène), figure d’égale importance, qui restera dès lors un personnage central, parfois dominant, incarnant souvent un rôle sacrificiel. Dès le XXᵉ siècle, le mythe de Faust connaît une prolifération de réécritures et de remédiations, le rendant toujours plus diversifié et adapté aux préoccupations contemporaines. La sphère germanique a été le berceau originel du mythe : depuis le célèbre roman en prose Historia von Doktor Johann Fausten, publié en 1587 par l’imprimeur Johann Spies, l’histoire de Faust a traversé les siècles pour devenir la matière d’un mythe ouvert aux lieux géographiques et aux traditions culturelles variées. Dès le XVIIIᵉ siècle, avec Lessing, Klinger et surtout les Faust de Goethe, cette histoire, tout en adoptant des traits spécifiquement allemands, s’impose progressivement comme le mythe moderne de l’Occident. Goethe, avec son Faust, a joué un rôle crucial dans cette transformation. Il a réinventé cette figure traditionnelle en lui conférant une portée universelle, en la faisant le symbole par excellence de la modernité. Dans l'œuvre de Goethe, Faust évolue à travers des horizons géographiques et temporels très divers, offrant un cadre fertile pour d’innombrables métamorphoses ultérieures. Au XXᵉ siècle, la figure de Faust s’est entremêlée à des thématiques nationales et à celles de la violence (Hochhuth), ainsi qu’à l’histoire allemande (Thomas Mann et Brecht), avant d’inspirer des œuvres dramatiques contemporaines. Le Doktor Hoechst de Robert Menasse (2009) illustre, comme l’affirme Francesco Rossi, non pas une réinterprétation classique du mythe faustien, mais une lecture faustienne des problématiques de la modernité. En France, des résonances faustiennes apparaissent chez Victor Hugo, Théophile Gautier, George Sand, Balzac, Villiers de l'Isle-Adam et Flaubert. Cependant, c’est surtout au XXᵉ siècle que l’on trouve les réalisations les plus abouties, avec des œuvres signées Jarry, Ghelderode, Mac Orlan, Valéry ou Giono, pour ne citer que les figures les plus illustres. À cela s’ajoutent les créations parodiques, qui mériteraient elles aussi des investigations approfondies. En Italie, le Faust de Goethe a engendré deux réactions diamétralement opposées : d’un côté, son rejet comme une œuvre jugée esthétiquement et moralement inadmissible ; de l’autre, son adoption, sa réécriture et sa réinvention par des auteurs tels que D’Annunzio, Papini, Pascoli, Landolfi, Celli, Pagliarani, Sanguineti ou encore Scabia (voir De Michelis 2017). Par ailleurs, divers éléments mythiques, tels que le pacte ou la figure de Méphistophélès, ont influencé la production littéraire italienne tout comme anglaise. En littérature anglaise, au-delà de l’œuvre fondatrice consacrée à Faust par Christopher Marlowe, se multiplient des figures prométhéennes et sataniques assimilables à l’alchimiste mythique, notamment sous la forme de l’anti-héros, du Lovelace de Richardson aux personnages des romans gothiques de Lewis, Maturin ou Radcliffe. Enrichi par cette tradition, le mythe de Faust migre et se métamorphose dans le romance gothique américain, de Brockden Brown à Hawthorne. Ce dernier, avec The Scarlet Letter, parfois qualifié de « Faust puritain », adapte le pacte diabolique à un contexte rigoriste, une thématique poursuivie par Melville et Twain. La hybris trouve son expression maximale dans le capitaine Achab et, selon Leslie Fiedler, dans Huckleberry Finn, qui préfère se damner en refusant de rendre un esclave à son maître. Toujours d’après Fiedler, cette veine gothique traversée par le mythe de Faust imprègne la littérature américaine du XXᵉ siècle, de William Faulkner à Truman Capote. Les exemples mentionnés ici ne sauraient épuiser la richesse et la prolifération du mythe faustien, dont les réélaborations traversent non seulement de nombreuses autres littératures européennes et extra-européennes, mais s’étendent également aux domaines musical, artistique et cinématographique. Faust a inspiré des musiciens (de Berlioz, Schumann et Gounod à Boito et Busoni), des cinéastes (de Murnau à Brian De Palma, jusqu’à Sokurov), des peintres et même des sculpteurs. Ces œuvres placent la figure de Faust au cœur des grandes questions de la modernité : les rapports entre science et technologie, les tensions entre pouvoir et éthique, ou encore la quête de l’absolu face aux compromis imposés par les réalités terrestres. Par ailleurs, le mythe de Faust transcende les frontières européennes. Il a alimenté l’imaginaire d’écrivains, d’artistes et de penseurs à travers le monde, revêtant souvent des formes nouvelles et inattendues. Des réinterprétations théâtrales en Asie aux récits postcoloniaux en Afrique, jusqu’aux relectures postmodernes dans les médias numériques, Faust se prête à une multiplicité de lectures. Tantôt symbole de rébellion, tantôt incarnation de la perdition ou de la rédemption, il demeure une clé d’analyse essentielle des mutations de la société, de la philosophie et des arts. La revue INTERARTES, dédiée à l’interdisciplinarité entre littérature et arts, pour son septième numéro lance un appel à contributions intitulé « Faust, mythe de la modernité ». Ce numéro a pour ambition d’explorer l’évolution de cette figure emblématique de la culture occidentale, qui ne cesse de dialoguer avec la contemporanéité. Les propositions peuvent s’intéresser au mécanisme de régénération de la légende, tant sur le plan des interprétations que des supports médiatiques, et englober non seulement la littérature, mais également la musique, les arts plastiques, le cinéma, la bande dessinée ou encore la narration numérique. Les articles peuvent, à titre indicatif, traiter des sujets suivants : • Transformations, adaptations et réécritures du mythe au XXᵉ siècle et à l’époque contemporaine. • Remédiations (par exemple en musique, au cinéma ou dans la bande dessinée). • Relectures et réinterprétations à la lumière des enjeux contemporains, tels que la technologie, l’écologie ou la globalisation. • Parodies. Les thématiques constitutives du mythe faustien sont déclinées différemment selon les différents contextes culturels, artistiques et temporels et peuvent inclure : • La sorcellerie. • Les dangers de la connaissance. • La soif de pouvoir. • Le désir d’éternelle jeunesse et, en contrepoint, la peur de la vieillesse. • L’attraction du mal. • L’individualisme. • Le dépassement des limites. Modalités Les textes proposés, de nature théorique ou analytique avec des prémisses théoriques, devront être inédits et rédigés en word, dans le respect des règles éditoriales de la revue publiées sur le site et, une fois acceptés par le Comité Scientifique, ils seront soumis à une évaluation en double aveugle. Langues acceptées : allemand, anglais, espagnol, français, italien. Les articles doivent être envoyés, accompagnés d'une brève biographie, avant le 30 juillet 2025 à l'adresse suivante : interartes@iulm.it. Bibliographie essentielle: Ida DE MICHELIS, Il viaggio di Faust in Italia. Percorsi di ricezione di un mito moderno, Viella 2017 Hans-Joachim KREUTZER (2003), Faust. Mythos und Musik, Beck, München. Paolo ORVIETO, Il mito di Faust. L’uomo, Dio, il diavolo, Salerno editrice, 2006 Francesco ROSSI (2023), Memoria storica, memoria letteraria e critica del presente nel Doktor Hoechst di Robert Menasse, Caietele Echinox, 44, 308-321. Ludger SCHERER (2001), “Faust” in der Tradition der Moderne: Studien zur Variation eines Themas bei Paul Valéry, Michel de Ghelderode, Michel Butor und Edoardo Sanguineti : mit einem Prolog zur Thematologie, Peter Lang, Frankfurt am Main. John William SMEED (1975), Faust in Literature, Offord University Press, London-New York-Toronto. Ian WATT (1998), Miti dell’individualismo moderno. Faust, don Chisciotte, don Giovanni, Robinson Crusoe, Donzelli, Roma. Luca ZENOBI (2013), Faust. Il mito dalla tradizione orale al post-pop, Carocci, Roma.
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Faust, mythologie, réécritures
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