Call for papers
InterArtes, n° 2, 2022
Diretta da: Laura Brignoli, Silvia Zangrandi
Dipartimento di «Studi Umanistici»
Università IULM – Milano
Ibrido
Se il primo numero della rivista si è occupato di permeabilità dei confini – segno stesso dell’attualità – come condizione che avvalora un’estetica dell’ibrido, il secondo numero di InterArtes intende domandarsi in quale modo questo processo di ibridazione di generi, contenuti, temi, stili e linguaggi diversi tra loro modifichi la natura e la struttura del testo, quale sia il prodotto finale nato da questa interazione e se veramente da esso possano scaturire livelli di lettura molteplici generati dalla presenza di mezzi espressivi diversi tra loro; ma si apre anche all’indagine attorno ai limiti stessi dell’ibridazione e ai nuovi orizzonti che questo concetto porta con sé. Gli incroci tra le diverse arti (letteratura, fotografia, cinema, fumetto, pittura, danza, musica…) sono possibili in molte direzioni che non necessariamente devono privilegiare la letteratura come prospettiva di confronto.
Anche in questo secondo numero InterArtes apre alla possibilità di assumere un punto di vista ontologico o una prospettiva pragmatica o analitica, con lo scopo finale di esplorare un campo d’indagine che continua a offrire prospettive di ampliamento.
Conferenze ibride, spazi museali ibridi, usi ibridi di materiali… la nozione di ibrido sembra ergersi a motore propulsivo della contemporaneità. Se nel passato ibrido portava con sé connotazioni negative dovute alla presenza di elementi eterogenei considerati male assortiti e privi di armonia, oggi ibrido ha assunto una valenza neutra e indica l’esistenza di due o più modelli che si incrociano contaminandosi e si appropria di discorsi e livelli di scrittura diversi, rielaborandoli. Ogni elemento, sia esso un testo compiuto o un frammento di linguaggio, va considerato nella sua capacità di intrattenere rapporti con altri elementi: ci ricorda Bachtin che il linguaggio letterario è un ibrido linguistico (cfr. Estetica e romanzo, 1975). La questione dell’eterogeneità viene letta così nei termini di una creazione su livelli plurimi che necessita di una visione multidisciplinare e che incrocia generi diversi tra loro: la letteratura si ibrida con il cinema e viceversa, la pittura contamina la musica... Ibrido annulla le barriere esistenti tra i generi, tempo e spazio diventano elementi porosi che si incrociano e da questo processo di ibridazione nascono prodotti nuovi capaci di inglobare tecniche, contenuti, stili diversi, ibridi appunto. Nel settore televisivo si notano con più vigore queste ibridazioni, si pensi alla docufiction, all’infotainment, ma anche al reportage narrativo, con le sue ibridazioni tra letteratura e resoconto giornalistico (da Goethe a Truman Capote a Tiziano Terzani). Ci sono poi ibridazioni meno scontate, come quella proposta negli anni Trenta del Novecento da Massimo Bontempelli, il cui 522. Romanzo di una giornata (1932) costituisce un esempio di ibridazione tra letteratura e pubblicità. La spinta tecnologica sembra aver accelerato le possibilità di ibridazione e lo stesso concetto di ibridazione diviene una chiave di lettura per tornare a esaminare oggetti e pratiche e riflettere sui principi di categorizzazione (cfr. Jean-Jacques Wünenberger, «Pratiques artistiques post-modernes et hybridité» in L. Gwiazdzinski, L’hybridation des mondes. Territoires et organisations à l’épreuve de l’hybridation, Seyssinet-Pariset, Elya Éditions, 2016).
Un approccio metodologico e teorico è offerto da diversi studi (cfr. tra i tanti, Georges Barski, Yves Demarly, Simone Gilgenkrantz, «Hybridation», Encyclopædia Universalis, https://www.universalis.fr/encyclopedie/hybridation/; Dominique Budor, Walter Geerts, Le Texte hybride, Paris, Presses Sorbonne Nouvelle, 2004; Guido Gallerani, «The Hybrid Essay in Europe in the Late Nineteenth and Early Twentieth Century», Comparaison: An International Journal of Comparative Literature, «Narration and Reflection», Christy Wampole and Stefano Ercolino (eds.), 33, 2015); tuttavia, la nozione di ibrido apre ancora a vaste possibilità di analisi e di interpretazione grazie alla moltitudine di pratiche e di soggetti. Se il primo numero della rivista si è occupato di permeabilità dei confini – segno stesso dell’attualità – come condizione che avvalora un’estetica dell’ibrido, il secondo numero di InterArtes intende domandarsi in quale modo questo processo di ibridazione di generi, contenuti, temi, stili e linguaggi diversi tra loro modifichi la natura e la struttura del testo, quale sia il prodotto finale nato da questa interazione e se veramente da esso possano scaturire livelli di lettura molteplici generati dalla presenza di mezzi espressivi diversi tra loro; ma si apre anche all’indagine attorno ai limiti stessi dell’ibridazione e ai nuovi orizzonti che questo concetto porta con sé. Gli incroci tra le diverse arti (letteratura, fotografia, cinema, fumetto, pittura, danza, musica…) sono possibili in molte direzioni che non necessariamente devono privilegiare la letteratura come prospettiva di confronto.
Anche in questo secondo numero InterArtes apre alla possibilità di assumere un punto di vista ontologico o una prospettiva pragmatica o analitica, con lo scopo finale di esplorare un campo d’indagine che continua a offrire prospettive di ampliamento
Modalità
I testi proposti, che avranno un impianto teorico o analitico con premesse teoriche, devono essere inediti e redatti in word, nel rispetto delle norme editoriali della rivista pubblicate sul sito, e saranno sottoposti a valutazione in doppio cieco.
Lingue accettate: italiano, inglese, francese.
Gli articoli vanno inviati, accompagnati da una breve notizia bio-bibliografica, entro il 15 giugno 2022 all’indirizzo: interartes@iulm.it